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mercoledì 30 dicembre 2009

Per chiudere il 2009...

Visto che ormai il 2009 volge davvero al termine, vi lasciamo con una segnalazione: un'intervista di Sante Mazzei (Jurassic Park Italia) ad Alessandro Carpana, qui.


E con questo, direi che possiamo ufficialmente chiudere il 2009!
Buon 2010 a tutti!

martedì 22 dicembre 2009

Auguri!

A tutti i lettori del blog i nostri migliori auguri di Buon Natale e Felice Anno Nuovo!

Come potete vedere,anche il nostro caro Tethyshadros si è "adattato" al periodo...

Disegno di Davide Bonadonna

domenica 20 dicembre 2009

_Tethyshadros insularis_ Dalla Vecchia, 2009

L'APPI è fondamentalmente un'associazione di gente appassionata di paleontologia, e come spesso accade, fra gente che condivide una passione comune, nascono legami che vanno oltre l'interesse condiviso e si spingono fino alla stima reciproca e all'amicizia.
Questo post è dedicato ad un amico ornitischiofilo di dubbie origini celtiche ;)

Tethyshadros insularis (si veda Dalla Vecchia, 2009) è il più completo dinosauro ornitischio mai rinvenuto in Europa dalla scoperta di Iguanodon e Dollodon nella cava di Bernissart in Belgio (1878).
Questo splendido fossile, oltre a conservare ottimi dettagli nella morfologia dello scheletro è unico in un contesto di analisi del gruppo di dinosauri a cui appartiene: gli Iguanodontia, volgarmente definiti dinosauri dal becco d'anatra.
E' una forma di ridotte dimensioni (lunghezza stimata intorno ai 4 m), con una lunga coda e un arto posteriore con l'osso principale dello stinco (tibia) più lungo rispetto a quello della coscia(femore), caratteristica in genere tipica di animali cursori. Anche la particolare distribuzione delle ossa alla base della coda fa supporre qualche modificazione legata alla muscolatura della coscia da cursore. Nella mano troviamo solo le 3 dita più centrali, le due laterali delle specie primitive di iguanodonti scompaiono. Tethyshadros probabilmente deriva da forme di Iguanodontia continentali, provenienti forse dall'Asia, che hanno colonizzato territori insulari come quelli della nostra Paleo-Italia del Cretaceo superiore (circa 80 milioni di anni fa) costituita da un arcipelago di isole che emergevano nel mare chiamato Tetide, che si estendeva fra il continente Africano e quello Eurasiatico (da qui l'etimologia del nome che significa -più o meno- "hadrosauroide abitatore delle isole della Tetide").





Bibliografia:

Dalla Vecchia F.M., 2009. Tethyshadros insularis, a new hadrosauroid dinosaur (Ornithischia) from the Upper Cretaceous of Italy. Journal of Vertebrate Paleontology 29:1100-1116.

Modificato dopo il suggerimento di Andrea Cau

venerdì 18 dicembre 2009

Iscrizioni 2010

E' iniziata la campagna di tesseramento 2010!

Per entrare a far parte dell'Associazione, ricevere il giornalino e partecipare alle nostre iniziative basta recarsi alle poste e compilare un bollettino postale inserendo i seguenti dati:

CAUSALE: TESSERAMENTO 2010

IMPORTO: EURO 15,00

C/C POSTALE N° 77113280

INTESTATO A:
ASSOCIAZIONE PALEONTOLOGICA PARMENSE ITALIANA

domenica 13 dicembre 2009

Ben arrivato, Tethyshadros insularis!!

Tethyshadros insularis.

E finalmente Antonio ha un nome!
Detta così,suona come una cosa strana,ma c'è una spiegazione...
Antonio è il soprannome che finora è stato dato al bellissimo reperto di adrosauroide ritrovato nei sedimenti del tardo Cretacico del sito del Villaggio del Pescatore (Trieste).
Ora,dopo mille peripezie,Fabio Marco Dalla Vecchia è riuscito nel suo intento:battezzare scientificamente questo gioiello della paleontologia italiana.
Tethyshadros insularis.
Questo è il nome con cui potremo chiamarlo da ora in poi.


Tethyshadros insularis in un'illustrazione di Lukas Panzarin (Fabio Dalla Vecchia,per scala,nell'immagine).

lunedì 7 dicembre 2009

L'incontro del 6 Dicembre (APPI Days-2!)

Grande giornata a Parma!
Il secondo incontro dell’APPI ha avuto tanti protagonisti…
L’incontro si è svolto nell’elegante salone del circolo “La Città Si Nota”,in pieno centro storico,dove vecchi e nuovi amici hanno avuto modo di conoscersi meglio e scoprire cose nuove: non solo,infatti,è stato possibile ammirare le bellissime tavole di Davide Bonadonna (che ha esposto anche tre modelli tridimensionali),Loana Riboli e Fabio Manucci,ma anche assistere agli interventi di Federico Fanti,Simone Maganuco,Andrea Cau e Alessandro Carpana che si sono avvicendati sul palco durante tutto il pomeriggio.
Gli argomenti toccati sono stati diversi: mentre Fanti e Carpana,da “rudi geologi” quali sono,come ha detto il primo,hanno parlato dell’aspetto più pratico della paleontologia,cioè il lavoro sul campo nelle sue varie sfaccettature (dai vari ambienti in cui si effettuano gli scavi a come questi ultimi vengano affrontati),Maganuco e Cau hanno affrontato tematiche più tecniche, dalla ricostruzione di ambienti di vita preistorici (basandosi su fossili di anfibi,in questo caso) al perché non dobbiamo esitare a considerare gli uccelli veri e propri dinosauri e non solo loro discendenti,dato che il confine tra loro è veramente labile…ammesso che esista!
Maganuco è stato poi protagonista di un secondo intervento,improvvisato per volere del pubblico,in cui ha parlato del tipo di studi che lui e Cristiano Dal Sasso stanno conducendo su Scipionyx samniticus,detto “Ciro”,il primo dinosauro ritrovato in Italia.
E’ stato anticipato inoltre che lunedì 15 marzo sarà a Parma John Scannella,dottorando presso la Montana State University e autore di una teoria rivoluzionaria su Triceratops e Torosaurus (ne abbiamo parlato,in parte, anche qui).
A fine giornata,poi,Antonio de Vanna,amico del presidente Alessandro Carpana ed ottimo musicista,ha sfruttato il pianoforte in sala per un concerto improvvisato che ha deliziato i presenti.
















Federico Fanti durante l'intervento sugli ambienti più "ostici" in cui ha condotto le sue ricerche.












Simone Maganuco,Andrea Cau e,sullo sfondo,le tavole ed i modelli di Davide Bonadonna.



















L'afflusso del pubblico in sala per l'inizio di un intervento.Sullo sfondo,la prima tavola di Fabio Manucci (secondo da destra) e quelle di Loana Riboli.
















Foto di gruppo per Marco Castiello,Filippo Bertozzo,Andrea Cau,Davide Bonadonna,Fabio Manucci,Loana Riboli,Simone Maganuco,Andrea Pirondini e Alessandro Carpana.

sabato 5 dicembre 2009

Dinosauri e puzzle anatomici...

Vi piacciono i dinosauri? Avete mai rinunciato ad approfondire le vostre conoscenze dopo aver letto incomprensibili termini anatomici ed oscuri nomi di ossa?
Bene, allora questo post di David Hone (archosaurmusings.wordpress.com) vi servirà come punto di partenza per orientarvi nell'oscuro mondo dell'anatomia dinosauresca!
Di seguito, nei commenti, chiunque potrà postare link utili per approfondire l'argomento, in modo da rendere usufruibili, informazioni spesso confuse e disperse nella rete alla nostra piccola (ma in espansione) realtà divulgativa paleontologica.


http://www.ucmp.berkeley.edu/diapsids/images/dinoskeleton.gif

Ps: Buon APPI DAY !!!

lunedì 30 novembre 2009

Domenica 6 Dicembre 2009
Dalle ore 10.00 alle ore 20.00

INCONTRO CON IL PUBBLICO A PARMA

presso il
SALONE DEL CIRCOLO “LA CITTA’ SI NOTA”
Vicolo del Medio Evo 7 (di fianco a Piazza Duomo)


-Filmati e Fotografie degli scavi in Montana, USA

-Esposizione di opere dei Paleoartisti Davide Bonadonna, Loana Riboli e Fabio Manucci

-Alle 12:00, alle 15:00 ed alle 17:00 interventi del presidente Alessandro Carpana e relazioni paleontologiche di Simone Maganuco, Federico Fanti e Andrea Cau

Ricco buffet
ENTRATA LIBERA

Partecipate tutti e portate nuovi amici

Per informazioni:
telefono: 347 4888630
e-mail: associazionepaleontologica@yahoo.it

martedì 24 novembre 2009

150 anni di evoluzione per selezione naturale

Il 24 novembre 1859 usciva "Sull'origine delle specie" di Charles Darwin.
"On the origin of the species by means of natural selection, or the preservation of favoured races in the struggle for life" il titolo completo originale, tradotto "Sull'origine delle specie per mezzo della selezione naturale, o la conservazione delle razze favorite nella lotta per la vita. Lungo ma completo come titolo. Eppure Darwin stesso riassume nello stesso testo, in maniera pià chiara e concisa, l'intero concetto della sua teoria: Descent with modification/Discendenza con modifica. La diversità di ogni essere vivente della stessa specie genera, generazione dopo generazione, la diversità di tutte le specie viventi.
Dopo quest'opera, l'incredibile mosaico di forme, colori, comportamenti, associazioni, che rende così incredibile agli occhi dell'osservatore umano la natura non è più l'oggetto misterioso e imponderabile, qualcosa di incomprensibile e irraggiungibile. Per la prima volta nella storia, un'ipotesi razionale, sudata dopo anni di ricerche, osservazioni, congetture, proposte, sperimentazioni e rinunce, prende la forma di una teoria organica, in grado di spiegare la complessità della realtà naturale nel linguaggio semplice degli uomini.
Da allora in poi, lavorare sulle "cose naturali" acquistò un motivo in più.

Ps: a 15 anni mi trovavo in una grande aula grigia, in mezzo a centinaia di persone in silezio, in un congresso su di un poeta contemporaneo di cui non mi interessava molto, ma che per motivi scolastici dovevo seguire. Stavo lì, nascosto dietro alcuni miei compagni fra le ultime file, a leggere "Sull'origine..." per la prima volta in vita mia, alienato in un mondo che rendeva più semplice la comprensione di ciò che semplice non era...
Se volete aggiungere aneddoti sulla vostra prima lettura dell' Opera Darwiniana, io ho dato il via!

giovedì 19 novembre 2009

Evidenze di piumaggio in _Tyrannosaurus rex_ ( Carpana & Chiarenza, 2009)

Nel 2033, durante una spedizione nel Nord del Montana, Alessandro Carpana, noto paleontologo italiano, ha rinvenuto in un deposito lacustre della Hell Creek formation (Maastrichtiano superiore, 67 milioni di anni fa circa), una lastra calcarea di notevoli dimensioni ( 2,25 x 1,58 m) contenente i resti fossilizzati su lastra bidimensionale della porzione toracica di un grande dinosauro theropode. Il materiale rinvenuto - 3 denti sparsi , colonna presacrale dalla quinta vertebra cervicale alla quarta dorsale, alcune costole e gli arti superiori, - è fra i più completi della storia dei ritrovamenti avvenuti in questa formazione. L’eccezionalità del reperto sta nella presenza impressioni di piumaggio, riportate già in diversi dinosauri theropodi, associati alla superficie superiore e inferiore del torace e delle braccia. L’arto ridotto, l’anatomia degli arti e delle vertebre , la presenza di due dita nella mano, e ultima ma non meno importante la datazione della formazione ci aiutano a ricondurre il materiale a Tyrannosaurus rex (Osborn, 1905). Si tratta dunque delle prime evidenze dirette di piumaggio in un Tyrannosauridae gigante.

Se state pensando che i gestori del blog dell’APPI abbiano bisogno di visite neuropsichiatriche vi sbagliate.
Il riassunto sopra riportato, che si riferisce ad un ipotetico e futuristico articolo in cui verrebbe descritto il primo esemplare fossile con evidenze di piumaggio in Tyrannosaurus non è del tutto improbabile.
Il lucertolone bitorzoluto e con “l’espressione incacchiata” reso famoso dal film “ Jurassic Park” non è altro che uno degli innumerevoli oggetti scientifici su cui opera il sempre valido metodo Galileiano . Nuove scoperte e aggiornamenti dei metodi di indagine lo riguardano come possono riguardare le nuove tecniche di cura dei tumori e le nuove ricerche su pianeti lontani …
Non solo molti dinosauri prossimi agli uccelli come Velociraptor, Sinornihosaurus , Archaeopoteryx, mostrano la presenza di piume e penne, ma anche dinosauri ritenuti più “lontani” dalla linea evolutiva degli “uccelli” e “vicini” a Tyrannosaurus mostrano queste strutture, splendidamente conservate in fossili come Sinosauropteryx , Dilong, Sinocalliopteryx e molti altri. Qualcuno potrebbe obiettare: sono fossili di animali “vicini” a Tyrannosaurus, ma non sono Tyrannosaurus. A questa affermazione si può rispondere facilmente. Chi conosce come può fossilizzare un animale morto , sa stimare benissimo la rarità di fossili come quelli dei dinosauri cinesi, veri miracoli naturali, paragonabili senza esagerare ad un 6 al superenalotto scientifico. Inoltre animali della mole di Tyrannosaurus si rinverranno difficilmente (è un eufemismo) fossilizzati in una lastra, per una semplice questione dimensionale. Ciò può avvenire molto più comunemente per dinosauri molto più piccoli ( che io sappia Sinocalliopteryx gigas con i suoi 2.37 è il più grande dinosauro conservato con impressioni di piumaggio). Trovare fossili di Tyrannosaurus a questo livello di conservazione equivarrebbe a realizzare per dieci volte consecutive 6 al superenalotto. Difficile vero? Una miriade di fenomeni naturali distruttivi infatti separano il nostro animale mesozoico dalle vetrine dei musei. Il fatto che queste strutture non siano evidenti in T.rex, ma nondimeno presenti in molti parenti prossimi, è un dato sufficiente a poter affermare che l’immagine più aggiornata di Tyrannosaurus è quella di un animale coperto da piume piuttosto che da squame tubercolate a mo’ di coccodrillo. Dopotutto se parenti prossimi a Tyrannosaurus erano coperti di piume, è altamente probabile lo fossero anche questi, così come è probabile che fossili di antichi leoni californiani presentassero i peli. Magari nel futuro si scoprirà che quello che abbiamo appena scritto non è altro che fumo, una cantonata presa in balia “dell’entusiasmo scientifico giovanile”, o magari si tratterà di una buona previsione, plausibile e presa in accordo con i dati scientifici oggi in nostro possesso. Spetta alle spettacolari Badlands del Montana, restituirci tesori pieni di segreti. Chissà…


PS: Alcune impronte di squame attribuite alla regione della coda di Tyrannosaurus sono state rinvenute in Nord America. Ciò comunque non falsifica la presenza di piume in questo taxon fossile come non le falsifica la presenza di squame nelle zampe nel caso della nostra cara gallina da cortile!



Il testo in giallo è un’invenzione degli autori e non riguarda eventi realmente accaduti.



Il fatto che non necessitiamo con certezza di cure psichiatriche è ancora da confermare.

lunedì 16 novembre 2009

Incontro di Dicembre

Domenica 6 Dicembre 2009
Dalle ore 10.00 alle ore 20.00

INCONTRO CON IL PUBBLICO A PARMA

presso il
SALONE DEL CIRCOLO “LA CITTA’ SI NOTA”
Vicolo del Medio Evo 7 (di fianco a Piazza Duomo)


-Filmati e Fotografie degli scavi in Montana, USA

-Esposizione di opere dei Paleoartisti Davide Bonadonna, Loana Riboli e Fabio Manucci

-Alle 12:00, alle 15:00 ed alle 17:00 interventi del presidente Alessandro Carpana e relazioni paleontologiche di Simone Maganuco, Federico Fanti e Andrea Cau

Ricco buffet
ENTRATA LIBERA

Partecipate tutti e portate nuovi amici

Per informazioni:
telefono: 347 4888630
e-mail: associazionepaleontologica@yahoo.it

lunedì 9 novembre 2009

Bologna, 8 Novembre

VISITA AL MUSEO GEOLOGICO PALEONTOLOGICO G. CAPELLINI



Ha avuto luogo ieri la visita al Museo G. Capellini di Bologna, a cui hanno potuto partecipare vari associati.
Nonostante il tempo non fosse dei migliori, la giornata è stata istruttiva e divertente. Federico Fanti ha guidato il gruppo tra i tanti reperti che il Museo offre al visitatore, coinvolgendo soprattutto i più piccoli con le molte storie che quei preziosi fossili hanno da raccontare. In particolare, ovviamente, ha stupito tutti il gigantesco calco di Diplodocus che proprio quest'anno festeggia il suo centenario, senza parlare di Scipionyx: il piccolo "Ciro" ha catturato l'attenzione di tutti, nonostante le piccole dimensioni, per il suo straordinario stato di conservazione. "Antonio", l'adrosauro del Friuli di cui è presente il calco, e Saltriosaurus, dinosauro carnivoro lombardo, completano la carrellata dei dinosauri Italiani.

Federico Fanti all'inizio della visita.


Una comitiva curiosa e attenta ha seguito il percorso, stanza dopo stanza, ponendo continue domande all'eccellente guida.

Dopo la visita, il pranzo è stato un buon momento di aggregazione per conoscere meglio vecchi e nuovi associati e passare un po' di tempo con quelli che non essendo di Parma hanno raggiunto la comitiva direttamente al Museo.

Colgo qui l'occasione per ringraziare tutti i soci che hanno partecipato, il Museo Capellini di Bologna ed in particolare Federico Fanti, oratore competente e coinvolgente.

Il gruppo partito da Parma.


Alessandro Carpana

sabato 31 ottobre 2009

Causing A Dinosaur Extinction

Per chi di voi ha partecipato alle conferenze tenute lo scorso marzo a Parma dal Dr. John Horner, il titolo e il contenuto del post non suoneranno come niente di nuovo.
La scorsa settimana, ha visto la luce il nuovo lavoro del Dr. Horner e del Dr. Mark Goodwin sui temi anticipati in primavera e all'ultimo SVP.
Il Presidente Onorario, nel suo incontro parmense,ha effettuato una veloce revisione delle specie fossili di dinosauri della Hell Creeck Formation (la formazione rocciosa del Cretaceo terminale in cui il nostro Alex Carpana ha passato le ultime estati a scavare col vecchio Jack).
Considerando l'età degli strati e la maturità degli esemplari in questione il Dr. Horner è arrivato alla conclusione che alcuni generi di questa formazione non sono altro che giovani esemplari di altri più maturi, riducendo così la lista delle specie in una sorta di "estinzione da conferenza"!
Durante il dibattito, Nanotyrannus venne considerato uno stadio giovanile di Tyrannosaurus, Dracorex e Stygimoloch come giovani di Pachycephalosaurus e Torosaurus come esemplare anziano di Triceratops.
Alcuni di questi argomenti verranno probabilmente trattati in futuro.
Senza scendere nel tecnico (e nel noioso), ognuno di voi sa che le testoline dei neonati della nostra specie (Homo sapiens) sono molto più delicate di quelle degli adulti, questo perché le ossa del cranio non sono saldate fra di loro, presentando al centro un'ampia fontanella, ricoperta di cartilagine( lo stesso tessuto soffice che toccate sfiorando le vostre orecchia). Questo fenomeno avviene con la crescita di molti vertebrati estinti ed odierni, permettendo anche al paleontologo di discernere quali fra gli esemplari fossili possono essere giovani o adulti di una stessa specie(Ok, le cose in realtà sono molto più complesse di così, ma diciamo che questo è generalmente corretto e utile per comprendere il procedimento logico espresso da Horner & Goodwin, 2009).


In questo studio, gli scienziati attribuiscono i pachycephalosauridi(dinosauri ornitischi dalle grandi teste a cupola, piene di spine e corna) Dracorex e Stygimoloch al più grande e contemporaneo genere Pachycephalosaurus, perché i crani dei primi due presentano caratteristiche di immaturità, come fontanelle e tessuto osseo tipico di giovani individui.
Quando l'osso di un vertebrato cresce ha bisogno di grandi dosi di nutrienti garantiti dall'irrorazione sanguigna. Un osso fortemente vascolarizzato in genere appartiene ad un esemplare giovane in via di formazione, mentre quello di un adulto appare più compatto poiché è già maturo. Le ossa di Stygimoloch e Dracorex appaiono in formazione, mentre quelle di Pachycephalosaurus, ben formate. Inoltre ci si è resi conto che molti degli spuntoni cranici e delle corna che distinguevano i primi due generi da Pachycephalosaurus, sembrano dimostrare un progressivo accorciamento, come se queste ossa si "asciugassero" durante la crescita a discapito dello sviluppo della "calotta cranica",avvicinandosi alla morfologia riscontrata in Pachycephalosaurus.

I dinosauri in questione dunque, modificavano continuamente il loro aspetto fino al raggiungimento della maturità, generando con le diverse età forme così diverse da essere stati confusi come specie diverse.

Non tutti sicuramente saranno d'accordo con l'intuizione di Horner & Goodwin*.

Staremo a vedere.


*:Nota Bene, alcuni scienziati credono che molti aspetti dell'anatomia di Sygimoloch e Dracorex come di Torosaurus/Triceratops e Nanotyrannus/Tyrannosaurus siano così diverse da dover rappresentare per forza specie diverse. Seguiremo l'onda del dibattito !



Per ulteriori informazioni:





mercoledì 28 ottobre 2009

VISITA al MUSEO G. CAPELLINI di Bologna

Domenica 8 Novembre 2009

10 Euro a testa comprensivi di:

- viaggio in pullman;

- visita guidata al Museo Geologico G. Capellini, che oltre alle migliaia di reperti in esposizione e al gigantesco calco di Diplodocus (che festeggia il suo centenario) ospita ora la mostra "I Dinosauri Italiani", con esposizione di opere di paleoartisti italiani, il calco di "Antonio" (il meraviglioso e completissimo adrosauro rinvenuto in Friuli) e che si è arricchita della presenza del vero fossile di Scipionyx samniticus, detto "Ciro", il primo dinosauro ritrovato in Italia ed uno dei meglio conservati al mondo;

- pranzo alla parmigiana presso il Museo


Iscritti all'Associazione: 10 Euro
Non iscritti: Quota di iscrizione (10 Euro fino ai 14 anni; 15 Euro da 15 anni in su) + 10 Euro


Per informazioni:
telefono: 347 4888630
e-mail: associazionepaleontologica@yahoo.it

lunedì 19 ottobre 2009

Dinosauri piumati, divulgazione e piramidi...

In qualità di studenti della "cosa naturale" applicata alla conoscenza del tempo profondo(non importa se di matrice naturalistica o geologica) il nostro dovere è quello di "formalizzare" quelle nozioni a cui ognuno di noi ha avuto accesso in svariati modi( libri, documentari, articoli...) in maniera metodica, in modo da applicare il rigore del metodo scientifico in senso stretto alla nostra passione. Per far questo, noi studenti italiani spesso troviamo svariate difficoltà nell'affrontare argomenti sviluppati o aggiornati nell'ultimo 20ennio di ricerca paleontologica (e non...) a causa di percorsi di studio programmati decenni fa, con libri di testo spesso obsoleti ed inadatti a rincorrere il costante progresso ottenuto in campi come quello della ricerca paleobiologica. Questo si ripercuote come una piramide su tutto il terreno mediatico arrivando a sfiorare le menti di tutti, non solo degli interessati. Atavismi genereranno incomprensioni, da qui all'informazione distorta tipica dei mediocri standar divulgativo-scientifici dei nostri giorni il passo è breve.

Da questo interesse per il panorama divulgativo nasce questo post, essendo questa un'associazione che si propone di divulgare la scienza paleontologica nel nostro paese. Che piaccia o meno, tutti ne sono interessati, dagli accademici ai ricercatori, dagli studenti all'appassionato all'interessato di cultura generale (e anche più in là) , ognuno viene a contatto con gli effetti che la divulgazione comporta.

Come tutti gli appassionati di scienze paleontologiche e dinosauri sapranno , gli uccelli sono dinosauri. Così come Triceratops, Tyrannosaurus e Velociraptor hanno avuto assegnato un posto ben preciso nel gruppo di vertebrati dominante nel mesozoico(251-65 milioni di anni fa), l'ultimo 40ennio di ricerche ha consolidato l'idea che il gruppo comprendente il comune passero, la colomba, il condor e l'aquila non sia altro che una gang ancora dominante gli ambienti terrestri, aerei e marini da 65 milioni di anni fa ad oggi!

Questo è un fatto come affermare che la nostra specie appartiene al gruppo dei primati (gorilla, scimpanzè, bonobo...), che la Terra gira intorno al Sole o che i virus causano le influenze...

Per quanto dimostrato da molti campi della ricerca scientifica, un'imbarazzante serie di detto e non detto, discorsi vaghi ed errati, riempie i libri di testo didattici alimentando quel circolo vizioso di ignoranza a cui ho precedentemente accennato.

Giorni fa sfogliavo il mio libro di zoologia dei vertebrati appena acquistato. Rimasi stupito dalla chiarezza e schiettezza con cui , le relazioni filogenetiche degli uccelli venivano discusse.

Citando il testo:"Il famoso zoologo inglese Thomas Henry Huxley[...]denominò gli uccelli "rettili glorificati" e li classificò all'interno di un gruppo di dinosauri saurischi chiamati teropodi, che mostravano diverse caratteristiche simili a quelle degli uccelli...I dinosauri teropodi condividono con gli uccelli molti caratteri derivati..." Per quanto anche questo testo non sia esule da imprecisioni e "smussamenti", (forse dovuti al non voler approfondire troppo un discorso abbastanza esteso o ad altri di natura editoriale), ciò che è scritto nel paragrafo è fondamentalmente corretto, con costanti rimandi alle omologie riscontrati fra gli uccelli viventi e i gruppi di theropodi fossili descritti recentemente (evidenze di piumaggio, furcula,carpale semilunato...), evitando, dal vertice di questa "piramide divulgativa" ogni fraintendimento, imprecisione o quant'altro possa alimentare quel flusso di a-scientificità al quale il nostro ambiente divulgativo ci ha abituati.



Riferimenti:



Diversità animale, 4a edizione, Hickman et al., Mc Graw-Hill

lunedì 5 ottobre 2009

International Conference on Vertebrate Paleobiogeography


Si è concluso mercoledì 30 settembre l'evento "International Conference on Vertebrate Paleobiogeography" , serie di conferenze sulla paleontologia e sulla dispersione geografica di alcuni dei più importanti fossili di vertebrati attualmente noti alla scienza.
Si è trattato di un evento di particolare rilevanza scientifica, organizzato dal Museo Geologico e Paleontologico Giovanni Capellini di Bologna.
Oltre all'opportunità di ampliare le proprie conoscenze sugli argomenti trattati, è stata una grande occasione per sentirsi partecipe di quell'iter scientifico, fatto di formulazione di ipotesi, dibattiti e divulgazione fra alcuni dei più noti paleontologi italiani ed internazionali(fra questi ricordiamo Eric Buffetaut, Philippe Taquet, Matthew Lamanna, Philip J. Currie, Fabio Marco Dalla Vecchia, Cristiano Dal Sasso).

Fra i talk più interessanti, una revisione sulla distribuzione geografica dei tyrannosauridi, la ridescrizione dell'olotipo di Scipionyx samniticus di Pietraroja denominato "Ciro"(Dal Sasso & Maganuco,in press.), nuovi studi sulla paleoicnologia (studio delle orme fossili) mesozoica pugliese, sulla filogenesi degli squamati(il gruppo comprendente gli estinti mosasauri e i serpenti).

Il 30 settembre inoltre si è svolta un'escursione guidata a "Villaggio del Pescatore", il sito presso Trieste in cui è stato rinvenuto "Antonio", il favoloso reperto di hadrosauroide italiano(Dalla Vecchia,in press.), fra i più completi al mondo.

Oltre ad un'esperienza unica, in cui giovani studenti come noi hanno avuto modo di confrontarsi con le ben più mature conoscenze di studiosi del calibro di Dalla Vecchia e Currie, è stata anche un'opportunità per conoscersi, crescere e consolidare vecchi legami fra persone unite dalla pura e semplice passione per la paleontologia.

Vi segnalo infine alcuni link sull'evento:

http://www.museocapellini.org/paleonet/public/path.jsp?idPath=m3QJytYsgNLz ;

http://gogodinosaurs.splinder.com/post/21406993/I+Dinosauri+Italiani%3A+al+via+l

http://gogodinosaurs.splinder.com/post/21435377/Alla+corte+del+bell%27Antonio

http://jurassicitalyblog.splinder.com/post/20691380/%22I+dinosauri+italiani%22%2C+a+Bolo

http://theropoda.blogspot.com/2009/09/sortita-theropodologica-al-congresso-di.html

http://pakozoic.blogspot.com/2009/09/septiembre-de-congresos-fe-de-erratas.html

lunedì 21 settembre 2009

VISITA al MUSEO G. CAPELLINI di Bologna

Domenica 8 Novembre 2009

10 Euro a testa comprensivi di:

- viaggio in pullman;

- visita guidata al Museo Geologico G. Capellini, che oltre alle migliaia di reperti in esposizione e al gigantesco calco di Diplodocus (che festeggia il suo centenario) ospita ora la mostra "I Dinosauri Italiani", con esposizione di opere di paleoartisti italiani, il calco di "Antonio" (il meraviglioso e completissimo adrosauro rinvenuto in Friuli) e che si è arricchita della presenza del vero fossile di Scipionyx samniticus, detto "Ciro", il primo dinosauro ritrovato in Italia ed uno dei meglio conservati al mondo;

- pranzo alla parmigiana presso il Museo


Solo per gli iscritti all'Associazione


Per informazioni:
telefono: 347 4888630
e-mail: associazionepaleontologica@yahoo.it

giovedì 13 agosto 2009

Incontro

Domenica 20 settembre 2009
Dalle ore 10.00 alle ore 20.00

SALONE PARROCCHIALE DI ALBERI DI VIGATTO (PARMA),
in Via Martinella 147

-Reportage degli scavi in America
-Fotografie
-Filmati
-Esposizione di Paleoarte

-Alle 12:00, alle 15:00 ed alle 17:00 interventi del Presidente Alessandro Carpana e dei Paleoartisti Fabio Pastori e Fabio Manucci

Ricco buffet
ENTRATA LIBERA

Partecipate tutti e portate nuovi amici

Per informazioni:
telefono: 347 4888630
e-mail: associazionepaleontologica@yahoo.it

lunedì 3 agosto 2009

Diario di viaggio: parte 2

Ben ritrovati!
Alcune immagini da Ducky Tail, il sito su cui ho lavorato durante l'estate.
Abbiamo chiuso il sito pochi giorni fa, ed ora stiamo aspettando l'elicottero per trasportare le "jacket", ossia le capsule di gesso che contengono i reperti.
Una di esse, contenete parte della coda, diversi elementi pelvici e delle zampe posteriori, ha dimensioni ragguardevoli: 1,50 x 2,40 metri. Non abbiamo avuto modo, infatti, di separare questi elementi e ottenere diverse jacket, decidendo di sfruttare l'opzione elicottero... un grosso elicottero!


La strada per arrivare al sito presenta alcuni punti interessanti, come l'attraversamento di diversi corsi d'acqua che propongono alcune sfide: in questo caso, per attraversare Ash Creek, abbiamo dovuto "riempire" il corso d'acqua con dei grossi tronchi, per permettere ai nostri veicoli di guadare senza problemi il torrente. Abbiamo ovviamente cercato di impedire il bloccaggio del corso d'acqua, ancorando allo stesso tempo i tronchi al fondo con pali di metallo, ma alla prima piena, dopo una pioggia torrenziale, i tronchi sono stati portati via...probabimente ora fluttuano tra le onde del lago di Fort Peck...

Brian Baziak alle prese con il guado:
Al secondo tentativo abbiamo optato per la costruzione di un vero e proprio ponte...


Quando il sito fu scoperto, nell'estate del 2007 da Bob Harmon, ecco quanto fosse possibile vedere dell'animale: alcune vertebre caudali, parzialmente "divorate" da un cespuglio. Ci sarebbe voluto molto lavoro per portare alla luce tutto il resto...
La foto offre uno spunto interessante: il problema della vegetazione. Radici di vari tipi amano crescere intorno ai fossili e spesso al loro interno, pregiudicandone le condizioni di conservazione. Come estirpare queste radici senza compromettere il reperto costituisce un problema non sempre facile da risolvere... In questo caso, alcune (fortunatamente poche) vertebre non ce l'hanno fatta. I loro frammenti sono stati tuttavia raccolti in carta d'alluminio e saranno portati in laboratorio con tutto il resto. La freccia (anche se in questa foto, a differenza di tutte le altre, non indica il Nord) misura 10 cm.


L'inizio degli scavi: all'estrema destra si vede il cespuglio della precedente immagine e si nota il resto della coda, intorno alla quale abbiamo scavato una piccola trincea. Nella parte alta della foto, sotto quella piccola collina, si trova il resto dell'animale, per la precisione altri 69 elementi...




































Ed ecco che iniziano i lavori...
Visione frontale: la prima immagine mostra i primi giorni, la seconda gli ultimi. Nella prima foto Justin Heck, Jared Heuck e Amanda Morgan. Nella seconda Nathan Carroll, Bob Harmon e Alida Bailleul. Potete notare le dimensioni delle jacket da quella ai piedi di Nathan o da quella su cui Alida sta seduta. La prima contiene una tibia ed una fibula semi-articolate,un ischio, una falange e parte di un metatarso; la seconda le altre tibia e fibula,parte di una falange ed un quarto reperto che non siamo stati in grado di dissotterrare a sufficienza per riconoscerlo.
Un po' d'ombra fa sempre comodo, specie quando le temperature vanno oltre i 40 gradi per un mese intero...



















Da sinistra: Joseph Tonna, Vann Smith, Justin Heck -di spalle- , Andy Parpart, Bob Harmon -di spalle- davanti a Michiel Pillet, Jacob Heck, Amanda Morgan e Paul Brooks -di spalle- al lavoro sul sito. Sulla sinistra potete vedere una caratteristica dei primi giorni di scavo: matrice rocciosa in volo...

Jacob e Christian Heck, Andy Parpart, Joseph Tonna e Amanda Morgan al lavoro nella fase successiva alla rimozione della matrice sovrastante i fossili. Gli strumenti e lo sguardo si affinano, e qualcosa inizia a spuntare dalla roccia...ma essendo ancora troppo vicini alla superficie della collina, i reperti non sono proprio perfetti: l'erosione superficiale ha intaccato questi resti, e solo alcuni di essi possono essere estratti senza colpo ferire. Ma la collina ha in serbo sorprese molto interessanti...

E come ogni buona storia a puntate, proprio sul piú bello vi rimando alla prossima per scoprire di cosa si tratta...

Alessandro Carpana

sabato 20 giugno 2009

Diario di viaggio: parte 1

Finalmente, dopo alcuni giorni di maltempo, il lavoro é iniziato!
Il sito che mi é stato assegnato contiene i resti di un adrosauride, presumibilmente Edmontosaurus, che comprendono diverse costole e vertebre ed una coda articolata di un paio di metri. Nella prima settimana di scavi e’stata portata alla luce l’intera coda, fino al bacino, anche se l’estremitá é mancante. La zona pelvica é presente, ma proprio lì inizia la frammentazione: dalla zona in cui le vertebre sacrali sono fuse insieme (caratteristica comune in questi animali) la spina dorsale si interrompe. A questo punto, poi, é stata ritrovata una delle zampe posteriori, articolata e perfettamente al proprio posto, con la tibia ben riconoscibile. Il lavoro da svolgere consiste nel cercare all’interno della collina, verso cui si “dirige” la spina dorsale, eventuali resti del cranio dell’animale, che aumenterebbero di molto il valore del ritrovamento.
Fortunatamente,i resti si trovano presso la sommitá di una collina, rendendo quasi nullo il lavoro di asportazione del detrito roccioso per portare alla luce le ossa fossili. Il fatto che queste si trovino poi in una matrice sabbiosa rende tutto ancora piú semplice: solitamente, infatti, piú il sedimento in cui i fossili si trovano é fine, piú aumentano i problemi legati all’esposizione dei fossili stessi, causando instabilitá degli stessi durante lo scavo e, spesso, rotture legate alla rigiditá della roccia. A volte ci si ritrova a dover asportare molti metri cubi di solida roccia, utilizzando martelli pneumatici e grossi attrezzi, per poter arrivare allo strato fossilifero: in questo caso, invece, abbiamo poca matrice a sovrastare i fossili e la sua consistenza non pone di certo troppi problemi.
Ora non resta che continuare quanto iniziato, scavando trincee attorno alle ossa giá ritrovate e cercandone di nuove, preparandosi ad un gran lavoro finale quando, una volta ingessato l’apparato coda-zampa posteriore, ci si preparerá al trasporto di una capsula (costituita da ossa fossili avvolte in uno o piú strati di ingessatura a scopo protettivo) di così grandi dimensioni: se non sará possibile suddividere la parte articolata in frazioni di minori dimensioni, sará infatti ncessario l’intervento di un elicottero, essendo impossibile raggiungere la zona degli scavi con mezzi terrestri, se non a piedi.

Alessandro Carpana

martedì 26 maggio 2009

Ci siamo quasi!

Tra qualche giorno (venerdì) si parte alla volta del Montana...e su queste pagine comincerà una sorta di diario.
Fossili di 65 Milioni di anni aspettano solo di essere estratti dalle rocce,in terre bellissime e disabitate,dove il tempo sembra non esistere...

A presto,compagni di viaggio!

Alessandro Carpana




martedì 5 maggio 2009

Per chiunque fosse interessato ad entrare a far parte dell'Associazione: ecco come fare.


ISCRIZIONE ANNO 2009:

FINO A 14 ANNI EURO 10,00

DA 15 ANNI IN SU EURO 15,00

- BOLLETTINO POSTALE:
C/C POSTALE N° 77113280

- BONIFICO BANCARIO:
C/C BANCARIO CARIPARMA AG. 3 PARMA
Codice IBAN IT13B0623012703000036093717

INTESTATO A:
ASSOCIAZIONE PALEONTOLOGICA PARMENSE ITALIANA

sabato 25 aprile 2009

Ciao a tutti, inizia qui l’avventura in rete dell’Associazione Paleontologica Parmense Italiana.

L’Associazione nasce allo scopo di creare una rete italiana di paleontologia che sappia proporsi come una base comune a tutti gli appassionati di questa affascinante scienza, creando un canale di comunicazione nazionale ed internazionale per convogliare gli sforzi di tutti coloro che vogliano contribuire alla crescita della paleontologia nel nostro Paese, riunendo quante più persone possibili.
L’Associazione si propone di tenere informati i propri iscritti tramite newsletter su tutte le future iniziative.

Negli ultimi anni ho avuto la possibilità di lavorare a stretto contatto con il Prof. John "Jack" Horner, della Montana State University, autore di alcune delle più importanti scoperte paleontologiche di sempre e collaboratore di Steven Spielberg per la realizzazioe dei film di Jurassic Park.
Dal successo delle conferenze tenute il 16 Marzo a Parma dal Prof. Horner, , è anche nata la possibilità di una collaborazione internazionale a lungo termine: tra queste, l’organizzazione di una serie di conferenze del Professore in tutta Italia.



Il 29 Maggio partirò alla volta del Montana, USA, per partecipare, come negli anni precedenti, alle campagne estive di scavi del Museum Of The Rockies sulla Hell Creek Formation, in depositi di 65-68 milioni di anni fa: fu l’ultimo periodo dei dinosauri sulla Terra, prima della loro estinzione. L’Hell Creek Project, che vede in questo 2009 il suo ultimo anno, ha sempre dato ottimi frutti e sono certo che così sarà di nuovo. Su questo blog sarà creato una sorta di “diario degli scavi”, che verrà aggiornato non appena possibile di settimana in settimana per tutta la durata dell’avventura.

Per saperne di più potete contattare direttamente l’Associazione Paleontologica Parmense Italiana.

Grazie a tutti e...seguiteci!


Il Presidente
Alessandro Carpana


E-mail: associazionepaleontologica@yahoo.it
Facebook: Associazione Paleontologica Parmene Italiana



http://www.gazzettadiparma.it/primapagina/dettaglio/10/15856/Un_dinosauro_da_cortile_Per_Horner_si_fa_con_le_galline.html
http://www.gazzettadiparma.it/primapagina/dettaglio/10/15857/Il_laboratorio_nel_Midwest.html